Cenni storici
Brevi cenni sulla storia di Mossa
È forse nell'alto Medioevo che Mossa trova la sua origine se il toponimo, come
sembra, può essere fatto risalire alla voce longobarda Mossau o Moos-Au, piana muscosa. Tuttavia
sicuramente il sito è abitato già in epoca preromana, come attestato dal ritrovamento di vari
reperti, tra i quali alcune asce in pietra risalenti all'eneolitico. Del periodo romano invece gli
scavi hanno restituito alcune monete, ma è probabile che sulla sommità del colle di Vallisella si
ergesse un robusto fabbricato, distrutto, non si sa se parzialmente o totalmente, nel corso delle
scorrerie di Alarico, Radagaiso e Attila o dopo gli attacchi avari del 610 e del 664.
Nel 1960 i lavori di sistemazione agricola della collina Codelli fanno rinvenire una
necropoli longobarda piuttosto vasta, con resti di mura e numerosi scheletri in buono stato di
conservazione sistemati a strati e tutti volti, com'era d'uso, verso oriente. I Longobardi avevano
installato a Mossa una gastaldia con compiti di difesa. Dopo le terribili invasioni degli Ungari,
dall'899 al 942, l'antica Mossau scompare per risorgere solamente più tardi. Alla luce delle
scarsissime notizie esistenti non è possibile fissare con esattezza l'epoca di rinascita del borgo,
ma si sa per certo che Mossa esiste nel 1064 quando, in un documento relativo a una donazione fatta
al capitolo del duomo di Aquileia, compare il nome della contessa Hadwig (Edvige) "di Mossa".
Questa donna è un personaggio molto importante nella storia medievale perché grazie ai suoi due
matrimoni, prima con il conte Ermanno di Eppenstein e successivamente con il conte Enghelberto I di
Spanheim, i domini di queste due potenti famiglie vengono uniti e passano in eredità ai conti di
Gorizia, discendenti di Diemut, figlia di Hadwig, andando a formare la contea di Gorizia. La
contessa Hadwig sceglie come residenza vedovile il castello di Mossa, dove rimane fino alla morte
avvenuta tra il 1096 e il 1107 e questa scelta testimonierebbe del ruolo non marginale rivestito da
Mossa in una fase storica in cui ad esempio Gorizia è ancora solamente una "villa".
Nel Medioevo Mossa fa parte del parlamento friulano con diritto di rappresentanza
nell'assemblea e autonomia nell'amministrazione della giustizia, mentre il potere esecutivo,
esercitato in nome del Patriarca di Aquileia, è nelle mani di un gastaldo. Nel 1263 il territorio è
assegnato in feudo alla famiglia de Braida e subisce le alterne vicende delle guerre tra il
Patriarcato e i conti di Gorizia. Nel 1420 passa sotto il dominio veneziano. Una cinquantina di
anni dopo i turchi saccheggiano e distruggono l'abitato, ma almeno una parte della popolazione
riesce a salvarsi sulle colline o a nascondersi nella vicina palude del Preval. Nel 1480 un grave
incendio si abbatte su Mossa e distrugge la sede operativa del gastaldo, che si ipotizza
coincidesse con il castello. Ciò spiegherebbe la costruzione di un nuovo fabbricato, alternativo al
primo, più modesto e per questo chiamato ancora oggi Cjascjelût. Nel 1523, dopo la fine della
guerra scatenata dalla lega di Cambrai contro Venezia, Mossa passa definitivamente sotto gli
Asburgo. Di questo periodo sono numerosi gli atti conosciuti di investiture, pegni, donazioni che
interessano Mossa e che accompagnano la storia amministrativa del borgo, sulla cui giurisdizione si
avvicendano diverse famiglie nobili, come i Cobenzl dal 1587 e, dalla metà del XVIII secolo, i
Codelli.
Nel corso dell'età moderna la villa di Mossa si ritaglia il ruolo che poi conserverà fino
alla prima guerra mondiale, quello di piccolo borgo rurale della pianura isontina, con una
popolazione dedita prevalentemente all'agricoltura e al piccolo artigianato. Nella geografia della
Principesca Contea di Gorizia e Gradisca il paese gode di una posizione favorevole tra i principali
centri urbani della provincia, Gorizia, Cormons e Gradisca, che costituiscono anche le piazze di
riferimento. Le dimensioni dell'abitato non si discosteranno mai troppo dalle 1300-1400 anime
contate alla fine dell'Ottocento.
La prima guerra mondiale segna la fine del periodo asburgico. Il 24 maggio 1915, quando
l'Italia entra in guerra, il paese si ritrova al centro degli avvenimenti militari. Una parte della
popolazione ripara subito a Gorizia, prima tappa di una profuganza che diventerà ben più
consistente e drammatica e che disseminerà centinaia di mossesi fino al termine della guerra in
varie località austriache. La zona rimane bersaglio delle artiglierie fino a quando l'esercito
italiano riesce ad attraversare l'Isonzo e a prendere Gorizia nell'agosto del 1916. Con lo
spostamento del fronte finalmente Mossa non è più sulla linea diretta del fuoco e diventa zona di
retrovia, base logistica di supporto, militare e medico, per i soldati al fronte. Con la ritirata
di Caporetto, nell'ottobre del '17, la regione viene riconquistata dall'esercito austro-ungarico
che la terrà sino al ritiro definitivo dopo Vittorio Veneto.